La gestione del rischio valuta negli approvvigionamenti – parte 1

Questa è la prima parte di un articolo dove intendo dare suggerimenti operativi su come gestire il rischio valuta (FX risk) lungo la supply chain.

Le fluttuazioni delle valute hanno un impatto rilevante sui risultati aziendali, sia per chi opera direttamente in valuta sia per chi acquista beni fortemente influenzati dai cambi.

In ambito acquisti l’effetto della valuta può essere separato in due dinamiche, una relativa alla valuta utilizzata per le transazioni commerciali e l’altra attinente variazioni tra la valuta di scambio e la valuta locale.

EFFETTO DELLA VALUTA SULLE TRANSAZIONI COMMERCIALI

Le variazioni del tasso di cambio tra la valuta utilizzata per le transazioni commerciali e quella dell’azienda che acquista beni e servizi in valuta hanno un impatto diretto su:

  • Profittabilità
  • Liquidità (cashflow CF)
  • Competitività prezzi di vendita dei prodotti, posizionamento commerciale

Quali strategie abbiamo a disposizione per mitigare o neutralizzare il rischio valuta così espresso?

A.   HEDGING

Una strategia consolidata è la copertura finanziaria, nota come hedging. In cosa consiste?

Nell’ambito delle valute ci sono diverse forme di hedge. Le più diffuse sono:

  • Contratto di cambio a termine (forward)
  • Contratti future in valuta
  • Contratti derivati con opzione “call”
  • Money Market per valute

Nel contratto a termine (forward) si fissa il valore di riferimento della valuta alla data dell’operazione, valore spendibile allo scadere del contratto. Se tra 6 mesi devo pagare 1 milione di USD, oggi il tasso di cambio USD/Euro è pari a 1,10 e ritengo ci sia il rischio che tra 6 mesi il cambio si posizioni sotto il valore di 1,10 allora posso attivare un contratto al cambio attuale (+ il premio dell’operatore finanziario) che mi garantisce che alla scadenza pagherò il milione di USD al cambio di 1,10 (+ premio).

I contratti futures funzionano sostanzialmente nello stesso modo. La differenza principale è che i futures sono regolamentati e garantiti sul mercato, mentre i forward sono accordi privati, con maggiori rischi che una delle due parti non onori il proprio impegno.

Contratto derivato con opzione di tipo “call”: è un’opzione ad acquistare un certo valore in valuta a un tasso di cambio definito. Questa opzione può essere esercitata o meno, tipicamente in funzione della convenienza al momento della scadenza. Nell’esempio precedente, se alla scadenza il tasso di cambio USD/Euro sarà inferiore a 1,10 eserciterò l’opzione, altrimenti no.

È un prodotto finanziario con costi superiori ai contratti a termine, che invece impegnano all’acquisto al momento della scadenza.

Il money market (mercato finanziario specializzato in prestiti a breve termine) mi permette di acquistare il mio milione di USD al cambio di oggi, che ritengo conveniente o che mi permette comunque di neutralizzare il rischio cambio, e utilizzarlo dopo sei mesi per pagare direttamente in valuta il mio fornitore. Se non ho un milione di USD posso prenderli in prestito e investirli in un prodotto finanziario a breve termine che mi permetta di compensare il costo del prestito, ove presente una leva finanziaria favorevole.

I contratti a termine (forward e future) e l’opzione call hanno un costo che dipende da diversi fattori, in particolare dai tassi di interesse e dai cambi forward e spot delle valute coinvolte.

B.   STRATEGIE OPERATIVE

Altre strategie alternative, di tipo operativo e meno frequenti, riguardano la possibilità di allocare la propria produzione in plants localizzati in diversi paesi, in funzione della fluttuazione valutaria. Questa strategia in particolare è tipicamente appannaggio di aziende multinazionali e multi-plant. Inoltre, deve essere possibile esercitare con flessibilità la riallocazione delle quote produttive in funzione della mutata situazione dei cambi valuta, e questo è raramente possibile, se non pagando purtroppo un elevato prezzo sociale.

Una diversa strategia operativa è agire sulla flessibilità delle fonti di approvvigionamento, in base alla valuta di transazione concordata. Questa strategia ha, in modo analogo alla precedente, un vantaggio laterale importante, che è quello di ridurre anche il “rischio paese”, differenziando le fonti e le catene logistiche di supporto.

Nel prossimo articolo, che sarà conclusivo, tratterò l’opzione strategica delle clausole contrattuali e il tema di come affrontare le variazioni tra la valuta di scambio e la valuta locale.

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